LA STORIA
Erano gli anni della Belle Epoque, l’inizio del ventesimo secolo. Luigi Saverio Ricci, era un giovane ventenne appartenente alla ricca borghesia del Senese. Nei suoi viaggi in Europa ed in particolare a Parigi, rimase affascinato dalle ultime tendenze in campo artistico ed architettonico.
Dopo aver beneficiato di una cospicua eredità, commissionò all’Architetto Gino Chierici, all’epoca funzionario della Soprintendenza ai monumenti di Siena, la costruzione di una importante Villa nei pressi di Buonconvento (SI), lungo la via Cassia. I lavori ebbero inizio nel 1910, come si legge nel fregio sul cornicione della villa. L’esperienza classica dell’Architetto Chierici, che fino a quel momento si era mosso soprattutto nell’ambito del restauro e la “modernità” suggerita dal Ricci, portarono ad un ambizioso progetto di una villa in stile Liberty “atipico”. Nel panorama dell’architettura senese è considerato forse il miglior esempio di questa architettura.
La villa era stata voluta da Luigi Saverio Ricci quale dimora per lui e la sua amata donna, anche se dicono fosse la sua amante con cui trascorreva li il suo tempo libero.
Intorno all’anno 1912, mentre i lavori erano a buon punto, intervennero per il Ricci forti difficoltà economiche: l’edificio venne giocoforza venduto da Luigi Saverio allo zio Giuseppe; dopo la cessione, venne collocata nell’atrio la scala in ciliegio (secondo alcuni, in faggio colorato) di collegamento con il primo piano, eseguita dagli artigiani locali Lello Masotti e Vittorio Piochi, su progetto dello stesso Luigi Saverio Ricci.
Da allora la villa, seppur completata, non fu mai abitata stabilmente.
La villa è rimasta di proprietà dei discendenti della Famiglia Ricci fino a pochi mesi fa. Oggi, è di proprietà del Comune di Buonconvento.
IL MISTERO CHE AVVOLGE LA VILLA
La documentazione esistente sulla Rondinella, la descrive come uno dei posti più infestati della Toscana, se non dell’Italia intera.
Una sintesi delle leggende che si trovano sulla villa:
La prima storia che vi nasce è quella di un camionista che dopo aver dato un passaggio ad una signora, la invita a bere un caffè nella villa. Sbadatamente, il camionista versa il caffè sul divano. Il giorno dopo il camionista vi torna ma scopre che la casa è sotto sigilli per un lontano omicidio dal quale poi più nessuno vi avrebbe mai abitato. Il camionista perplesso chiama i Carabinieri i quali sbloccano i sigilli, e entrando si accorgono che la casa è disabitata da tempo ma il camionista si accorge che sul divano vi era quella terribile macchia di caffè. Ad onor del vero, questa leggenda si ritrova, adattata, in moltissime località ed è sicuramente la meno attendibile.
Anche se nella villa non ci sono mai stati commessi omicidi, entrando si scorge quel brivido di disagio che molte volte si trasforma in paura. Alcune persone entrando nella villa si sentirono tirare addosso terra e sassi ma senza capirne la provenienza. Un’altra storia sarebbe quella di alcuni ragazzi, che essendo in “gita”, si sarebbero fermati una notte a dormire nella villa. Nella notte uno di loro si sarebbe svegliato a causa di un rumore di catene e affacciandosi alla finestra avrebbe visto una sagoma verde che chiudeva il cancello. Gli unici abitanti di questa villa si dice che sarebbero gli sfollati in tempo di guerra, ma non e’ possibile ricostruire la verità di eventuali decessi, né tanto meno sapere se vi furono interventi delle forze naziste nella zona.
Giorgio Harold Stuart, nel suo libro “L’Italia dei Fantasmi”, riporta la leggenda del fantasma di una misteriosa donna che si aggira per le stanze della villa, percepibile con scricchiolii, porte sbattute, e facendo animare le figure dipinte nelle pareti. A supportare tale leggenda, si trova il dipinto di una misteriosa figura femminile sulla facciata che da sulla via Cassia. Stuart formula una propria teoria: che le percezioni “visive” distorte siano dovute alle luci delle auto che passano dalla non lontana strada, e che gli scricchiolii siano dovuti al normale assestamento della struttura a causa del terreno instabile.
I NOSTRI SOPRALLUOGHI
SOPRALLUOGO DEL 19/4/2015
Dopo aver letto nel libro dello Stuart le notizie sulla Villa, decidiamo di effettuare un sopralluogo.
Arrivammo alla Villa in un pomeriggio soleggiato. Temperatura ideale, luce perfetta.
Sulla strada, prima di arrivare, a circa due km di distanza dalla Villa, cominciammo a sentire qualcosa di indefinito. Alessandro sentì il solito (diciamo così) brivido sul lato sinistro del corpo, ovvero quell’allarme che scatta in lui in presenza di energie. Susy era inquieta. Lasciammo la vettura nel piccolo parcheggio a poche decine di metri dalla Villa, e ci incamminammo verso la strada statale con l’intenzione di avvicinarci.
Avvicinandoci alla villa, percepimmo una atmosfera particolare. La sensazione fu che qualcuno ci stesse attendendo, e fosse “guardingo” nei nostri confronti. Come se ci stesse osservando. Ci avvicinammo al cancello di accesso e rimanemmo in ascolto. Quello che Susy riuscì a sentire fu una grande energia, “qualcosa di potente, con la sensazione che fosse femminile”. Rimanemmo alcuni minuti fino a quando Susy ebbe la netta sensazione che non fossimo più sotto osservazione, ma che la nostra presenza non fosse più gradita. Essendo consci del fatto che in simili frangenti occorre sempre agire con la massima cautela ed il più totale rispetto, decidemmo di andarcene. Ci incamminammo verso il parcheggio. Fatti pochi metri, Alessandro che all’epoca dei fatti aveva avuto meno esperienze simili, prova il solito forte brivido sul lato sinistro del corpo. Susy, con la sua esperienza, gli suggerisce di darsi una occhiata intorno per cercare di localizzare la provenienza di quell’energia che stava captando. Girandosi, lui vede dall’altro lato della strada un mazzo di fiori freschi ed un cippo: era da poco deceduta una persona in quel luogo, e sicuramente l’energia sprigionata da quello shock era ancora molto potente e percepibile.
Prima di tornare all’auto, decidiamo di scattare qualche ultima foto alla villa. Arrivati a casa, controlliamo le foto scattate. In una foto della torretta, notiamo un particolare emergere dalla prima delle tre finestre, quella a sinistra.
Abbiamo fatto vedere la foto a molte persone, e tutti hanno istintivamente riconosciuto una figura evanescente ma nettamente presente sulla finestra.
SOPRALLUOGO NOTTURNO DEL 17/5/2015
Alcune settimane dopo questi eventi, decidemmo di andare a visitare la Rondinella di notte. Eravamo in casa, comodamente sul divano, ma ci prese il desiderio improvviso di visitare la villa. Oramai sappiamo bene che queste “sensazioni” non vengono mai per caso, pertanto partimmo in direzione Buonconvento. Non percepimmo nessuna sensazione strana nell’avvicinarci alla villa. Appena fummo davanti alla villa, fummo pervasi da una sensazione di forte disagio, come se qualcuno fosse indispettito dalla nostra presenza. Passammo oltre, e in corrispondenza del primo incrocio, alla fine della discesa sulla Via Cassia, effettuammo una manovra e tornammo verso la Rondinella. Arrivammo davanti alla villa e parcheggiammo nello spiazzo del casottino dell’ANAS che si trova di fronte all’ingresso della villa. La cosa che notammo subito fu che il cancello era stranamente aperto. Eravamo sicuri che all’andata fosse chiuso, come avevamo sempre visto. L’aria però era cambiata: non c’era più tensione, ma tranquillità. Effettuammo delle foto e delle registrazioni, poi decidemmo di tornare a casa. Giunti nei pressi di Poggio Colle Sassi, Alessandro fu colto da una forte sensazione di chiusura della gola, come se qualcuno stesse stringendo la sua gola. Ci fermammo nello spiazzo, e la sensazione pian piano passò. Susy osservò il collo di Alessandro, e vide due chiazze rosse ai lati, come fosse il segno delle due mani che lo avevano stretto. Una sensazione molto strana, che poi riuscimmo ad inquadrare nella leggenda della scomparsa del Ricci: qualcuno dice che sia stato ucciso nelle vicinanze ed il suo corpo sia stato fatto sparire. Susy, che è passata spesso lungo quella strada, ricordò che spesso in quel punto della Via Cassia aveva avuto la sensazione di percepire la presenza di una persona uccisa tramite soffocamento.
SOPRALLUOGO DEL 7/6/2015
Arrivammo poco dopo mezzogiorno. Parcheggiammo nella piccola area di sosta prima della villa. Susy era già in allarme, ed ebbe già una delle sensazioni di “sdoppiamento del tempo” che spesso prova: ovvero riesce a visualizzare scene del passato accadute nel posto dove si trova, sovrapposte alla realtà. Scendendo dall’auto, dovette sedersi in una delle panche di cemento, perché era sopraffatta dalla sensazione, che definì potentissima. Senza voltarsi verso la villa, disse ad Alessandro di fotografare immediatamente la villa, in particolare la torretta, in quanto vedeva una signora vestita con un vestito di stoffa pesante rosso scuro, con le maniche a sbuffo.
Alessandro si voltò ed osservò la torretta: ad occhio nudo riuscì a vedere una sagoma dietro alla prima finestra sulla sinistra della torretta. Rimase assolutamente stupefatto della cosa, ma con lucidità e fermezza afferrò la fotocamera e scattò alcune foto. Tentammo anche di avvicinarci, ma Susy sentì che c’erano in campo moltissime energie che non le permettevano di analizzare in maniera chiara la situazione, vanificando eventuali messaggi che la Signora avrebbe voluto inviarci.
Elaborazioni delle foto:
Decidemmo pertanto di tornare verso casa, e di tornare dopo qualche ora, sperando in un abbassamento della intensità delle energie. Nel rientro, transitando davanti a Poggio Colle Sassi, Susy ebbe uno dei suoi sdoppiamenti, e percepì chiaramente la richiesta di contatto da parte di una persona che fu strangolata e il cui corpo fu sepolto nei pressi di un piccolo ponte. La sua sensazione fu che si trattasse proprio del Ricci.
SOPRALLUOGO DEL 24/3/2019
Sono passati ben 4 anni dalla nostra ultima visita alla villa a Rondinella, quando per un caso fortuito siamo venuti a conoscenza del fatto che grazie alla Giornata del FAI (Fondo per l’Ambiente), le porte della Villa La Rondinella sarebbero state aperte al pubblico. Ci siamo precipitati alla villa, armati di curiosità e di fotocamera. Altre attrezzature non erano contemplate, in quanto eravamo sicuri che ci sarebbero state molte persone a visitare la villa assieme a noi, rendendo vane indagini più approfondite.
La visita consisteva nella descrizione della storia della costruzione, la descrizione delle scelte tecniche ed architettoniche, ed una visita accurata dll’esterno e dei giardini, mentre per quanto riguarda l’interno, ci siamo dovuti accontentare del solo ingresso della villa, essendo le altre stanze “chiuse” e il primo piano “dichiarato non agibile dal Comune”. Una mezza (se non completa) delusione, ma che ha comunque portato qualche nuovo elemento alla nostra ricerca.
Appena entrati, abbiamo potuto osservare le decorazioni sulle pareti, compresi quei “puttini” sorreggenti i drappi recanti i motti in latino. Quelle figure che, secondo la leggenda, avrebbero seguito misteriosamente lo sguardo dell’osservatore. Nell’angusto ingresso troneggia imperiosa una scala in legno, quella descritta da molti libri di architettura. E’ davvero di pregevole fattura e colpisce per la solidità ed il disegno. Mentre osservavamo ogni singolo angolino della stanza, Susy ferma Alessandro e, seria, dice: “fai una foto lassù!” indicando il punto in cui la scala scompare nel primo piano.
Alessandro effettua alcuni scatti, mentre si rende conto che già da un po’ di tempo si sentiva sotto pressione, come se fosse a disagio. Anche Susy ha confermato di avere una sensazione come di essere osservata da qualcuno che fosse non tanto contrariato, ma sorpreso dalla presenza di persone nel proprio spazio.
Affacciandoci alla base della scala e guardando in alto, si vede la torretta che contiene la scala stessa. E’ finemente affrescata, ed i riflessi di luce la rendono una vera opera d’arte.
Una ultima nota: Alessandro, durante tutta la visita, è stato costantemente chiamato (ovvero incomprensibilmente attratto) dall’interruttore della corrente posto sulla parete di fondo dell’ingresso. Chissà che cosa era rimasto appeso a quell’oggetto?
La giornata di visita si conclude. La sensazione è che dentro a quella villa ci sia comunque qualche energia ancora molto attiva, ma non minacciosa o pericolosa. E’ guardinga. Gelosa dei propri spazi. Con il giusto rispetto, si può riuscire ad entrare in sintonia con la Signora che tuttora abita nella Rondinella, e magari riuscire a raccogliere la propria storia.
Stiamo lavorando per questo.
Salve è possibile visitare la villa della rondinella?? Grazie
Credo di no, alla morte degli ultimi proprietari, è stata donata al Comune di Buonconvento. Bisognerebbe sentire loro se hanno in programma qualche manifestazione